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Princess Mononoke o Principessa Mononoke (もののけ姫 Mononoke-hime) è un film del 1997, scritto e diretto da Hayao Miyazaki e prodotto dallo Studio Ghibli.

Il film, ambientato nel periodo Muromachi (室町), parla di Ashitaka (アシタカ), principe degli Eboshi, il quale, poiché colpito da una maledizione mortale, deve lasciare il proprio villaggio in cerca di una cura. Durante il viaggio giungerà ad un villaggio di fabbri, guidato da Lady Eboshi (エボシ御前), in perenne guerra con gli dèi del bosco vicino. Tra gli dèi del bosco vi è San (サン), una ragazza allevata dai Cani Selvatici conosciuta come la principessa spettro; inoltre incontrerà un gruppo di monaci, guidati da Jiko (ジコ坊), intenzionati ad uccidere il Dio Bestia, divinità protettrice del bosco la cui testa garantisce l'eterna giovinezza.

Il film ebbe un tale un successo da diventare, con un incasso di oltre 11.3 miliardi di yen (circa 111 milioni di dollari), il film più visto della storia in Giappone, prima essere superato da Titanic e da La città incantata. Attualmente è il terzo film dello Studio Ghibli di maggior incasso.

In Italia è stato distribuito dalla Buena Vista International nel 2000; mentre è stato ridistribuito dalla Lucky Red, col titolo Principessa Mononoke ed un nuovo doppiaggio, nel 2014.

Trama

Un gigantesco spirito-cinghiale, trasfigurato in un demone a causa del rancore, attacca un villaggio di Emishi[1]. Per salvare la propria gente il giovane principe Ashitaka è costretto ad ucciderlo, ma nello scontro viene ferito al braccio e infettato dal rancore dello spirito-cinghiale, che si manifesta come un maleficio. Nei resti del dio-cinghiale viene trovata una misteriosa palla di ferro: il dolore provocato da quel proiettile è la causa del rancore del dio. Consultata la sciamana del villaggio, Ashitaka apprende che il maleficio lo porterà alla morte, perciò lascia per sempre la terra natale e s' incammina verso ovest, luogo di provenienza del demone, alla ricerca di una possibile cura, con l'unica traccia della palla di ferro.

Durante il viaggio, dopo essersi imbattuto nell'attacco di un villaggio da parte di alcuni banditi, da cui riesce a fuggire, incontra Jiko, un monaco errante che confida ad Ashitaka come uno "Dio della foresta" (Shishigami) che effettivamente vive ad ovest potrebbe curarlo. Partito quindi alla ricerca del Dio, il giovane s'imbatte in due uomini feriti dall'attacco di due lupi. Questi uomini facevano parte di un convoglio diretto alla Città del Ferro, Tataraba: un centro proto-siderurgico che produce nuove armi da fuoco e di conseguenza estrae enormi quantità di ferro dalla montagna. Mentre Ashitaka attraversa la foresta, popolata di kodama, insieme ai due feriti, lungo la riva di un fiume vede per la prima volta San, definita dagli abitanti del posto la "Principessa Mononoke" (Principessa degli Spiriti Vendicativi): una trovatella cresciuta dalla dea-lupa Moro, protettrice del bosco, che prova rancore nei confronti degli umani a causa del loro comportamento invasivo.

Giunto a Tataraba, Ashitaka conosce lady Eboshi, la padrona della città, e da lei apprende che in quel luogo è in corso una lotta tra umani e dei-animali, in quanto gli umani si sono spinti in territori proibiti per estrarre ferro. Proprio nello scontro fra umani e divinità della foresta ha causato la ferita al dio-cinghiale che ha attaccato il villaggio di Ashitaka, rendendolo folle di rancore. Sebbene sconvolto dalle azioni violente nei confronti degli spiriti che governano la foresta, Ashitaka scopre anche che Tataraba è un rifugio per tanti emarginati, come i lebbrosi, che hanno trovato lì una nuova ragione di vita, e così sente di non poter condannare del tutto Lady Eboshi.

Quella stessa notte, San cerca di uccidere Eboshi, irrompendo nelle mura della città grazie all'aiuto dei suoi due fratelli lupi. La ragazza sfida la donna a duello, dopo aver superato gli abitanti che le sbarravano la strada. Tuttavia Ashitaka, dopo aver scoperto che la maledizione gli ha conferito una forza sovrumana, pone fine allo scontro mettendo al tappeto entrambe le donne, avvertendole che un conflitto così sanguinario porterà solo ancora più odio; mentre il giovane sta per portare via San, viene gravemente ferito da un colpo d'arma da fuoco partito per sbaglio e, dopo essere uscito dalla città con la ragazza sulle spalle, perde i sensi. San, una volta ripresa, decide di aiutarlo e lo lascia allo stagno frequentato dallo Shishigami; lo Spirito guarisce Ashitaka dalla ferita, ma non rimuove il maleficio mortale. Nel frattempo, arriva nella foresta il clan dei cinghiali guidato dalla dio-cinghiale Okkoto, il quale ha radunato tutta la sua stirpe perché stanco dei soprusi degli umani è intenzionato ad attaccarli in massa, scatenando così un conflitto finale. Moro, anche lei infettata da un proiettile degli uomini di Tarabara e ormai al limite della sua vita, ammette che un attacco frontale, anche se così massiccio, non basterebbe a risolvere le cose ma anzi causerebbe lo sterminio dei cinghiali. Tuttavia Okkoto non cambia idea.

Nel frattempo Tataraba viene attaccata dai samurai di Lord Asano, che vanta diritti sul luogo e chiede quindi una percentuale del ferro come pagamento, ma Lady Eboshi e gli abitanti riescono a respingerli grazie alla superiorità delle loro armi da fuoco. Durante questi avvenimenti si apprende che Jiko, il monaco errante, è un inviato dell'Imperatore con la missione di trovare lo Spirito della Foresta e tagliargli la testa: secondo le antiche tradizioni quest'ultima dà la vita eterna a chiunque la possegga. Lady Eboshi, avendo ottenuto dall'Imperatore all'inizio della sua carriera gli archibugieri con cui è riuscita a sconfiggere gli spiriti, per guadagnare la sua protezione e per sdebitarsi, collabora alla missione di Jiko.

Ashitaka, non avendo infine trovato una cura dal maleficio e quindi condannato a una morte certa, decide di lasciare la foresta e San. Nell'allontanarsi viene richiamato dai rumori dell'assedio che Lord Asano ha mosso contro Tataraba; si reca quindi vicino alle sue mura e viene a conoscenza della missione di Jiko e Lady Eboshi, che ha portato con se la maggior parte delle truppe della cittadella che, quasi indifesa, è stata subito presa di mira dall'esercito di Asano. Decide quindi di informare dell'attacco la signora, allo scopo di distoglierla dalla missione, salvando così lo Spirito della Foresta, San e l'intera città. Nel cercare Eboshi, giunge al campo dove si sono scontrati gli umani e i cinghiali ed il risultato è stato un vero massacro. Lì apprende che Jiko e la signora sono già sulle tracce dello Spirito. Anche la divinità-cinghiale Okkoto, unico sopravvissuto del suo clan e gravemente ferito, sta cercando di raggiungere lo Spirito della Foresta insieme a San e i suoi fratelli lupi per chiedergli guarigione, ma sopraffatto dal rancore verso gli umani comincia a mutarsi in un demone, inglobando San e colpendo anch'essa col maleficio. Giunti allo stagno del Dio della Foresta, questi fa la sua apparizione e dà una morte serena a Okkoto, terminando le sue agonie. Lady Eboshi, arrivata sul posto, riesce a mozzare la testa dello Spirito con un colpo di archibugio e Jiko la fa mettere al sicuro da i suoi uomini in un contenitore; il resto del corpo dello Spirito, trasformatosi in un "Dio della Morte", inizia a espandersi prendendo la forma di un gigante liquido, che nella ricerca della sua testa uccide ogni forma di vita che tocca. Intanto Moro, recatasi anch'essa lì, durante gli attimi finali della sua vita, riesce con un ultimo impeto a mozzare il braccio destro di Eboshi, ottenendo finalmente la sua vendetta sulla donna. Dopo aver bendato la ferita della signora, Ashitaka convince San ad aiutarlo nel tentativo di recuperare la testa dello Spirito, nel tentativo di frenare l'avanzata della distruzione.

Il corpo liquefatto dello Spirito raggiunge Tataraba sotto assedio, uccidendo tutto ciò che incontra sul suo cammino e distruggendo la città; i samurai accampati fuori si danno alla fuga e una parte dei cittadini riesce a salvarsi rifugiandosi in mezzo al lago, dove lo Spirito sembra non arrivare, sotto suggerimento di Ashitaka. Questi, insieme a San, dopo aver faticosamente recuperato la testa da Jiko, la restituiscono allo Spirito, che cade in acqua apparentemente senza vita. Il male che aveva invaso la valle svanisce e nelle zone colpite dalla distruzione ricresce la vegetazione; anche il maleficio che aveva colpito Ashitaka e San scompare dai loro corpi.

San, quindi, dichiara che non potendo perdonare gli umani continuerà a vivere nella foresta, insieme ai lupi; Ashitaka le dice che lui le starà comunque accanto, a Tataraba, e che i due si incontreranno di nuovo in futuro, nella foresta. Lady Eboshi chiede di vedere Ashitaka per ringraziarlo e afferma di voler costruire una città migliore. Sconfitto, il monaco Jiko afferma che "contro gli stupidi non c'è possibilità di vittoria", parafrasando un antico proverbio giapponese.


Note

questa pagina è stata revisionata l'ultima volta il giorno 17-08-2022
  1. Emishi è il nome giapponese degli Ainu, popolazione di razza bianca che viveva nell'Hokkaido e che ora è quasi estinta
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